lunedì 27 gennaio 2014

Nel giorno della memoria.. Racconto a mio figlio..



Quando mi raccontarono questi fatti ero piccina. Ora io li racconto a te, chi me li racconto vedeva in me quello ora vedo in te nei tuoi occhi: un futuro migliore il possibile cambiamento. Perché si sa la storia e maestra ma non insegna. Ci sono errori e orrori che si ripetono sempre..bisogna sperare che tutto finisca che non accada più.

Mia nonna mi raccontava spesso della guerra, di lei nata nel ventennio fascista, lei che mi diceva eravamo obbligati a vestire in un certo modo, "dovevamo comportarci bene in un certo modo , anche se non ci piaceva " questo mi ripeteva. Mi raccontava degli spazzolamenti, si avvenivano anche a Milano. la Milano che a noi ora piace tanto allegra e felice.
Mia nonna si ricordava delle sirene, del loro fischio, del correre del nascondersi.. Dei bombardamenti.. Ogni volta che tornavi in strada erano sempre più macerie. La madonnina tutta chiusa e nascosta.  Le bombe tutta la zona di Milano e un campo. Minato, ricordo che ogni tanto a casa dell altra mia nonna venivamo allontanati perché scavando si scopriva una bomba inesplosa.. Si hai capito bene, quando io ero piccina e dalla grande guerra ci dividevano ormai più 40 anni si trovavano ancora bimbe inesplose.

La guerra , mi diceva la nonna, devi studiarla devi guardarla però non guardarla solo con gli occhi miei, devi aprire gli occhi a 360 gradi. Non aver paura di sapere di scoprire di leggere.


Piccolo mio il racconto che ogni volta mi teneva a bocca aperta me lo dono il cugino di mio nonno.
Lui non voleva fare la guerra ma lo mandarono al fronte, prima in Abissinia, e da il vestito di nulla lo mandarono al fronte con la russia.. Ogni volta i suoi occhi si riempivano di lacrime.. Credo che quegli occhi abbiamo visto orrori che mai si devono ripete. Ha perso tutti i suoi amici.. È stato prigioniero prima dei russi, poi dei tedeschi.. L hanno deportato in un campo di concentramento , ,i racconto di quei vagoni chiusi, della puzza di orina, del perdere la dignità ora dopo ora. Lui da quel campo c'è tornato era uno di quei pochi, la sua fortuna era che sapeva fare il calzolaio, e non lo uccisero. quando la guerra volgeva al termine riuscì insieme ad altri italiani a scappare, attraversarono tutta l europa con scarpe fatte di copertoni e stracci. una notte camminavano in un bosco e tedeschi e russi hanno iniziato a sparare , era la fine della guerra, lui disse che si salvo perché un proiettile di conficcò nel tollino che usava per cibarsi.mi raccontava che il giaccone che aveva l'aveva preso ad un altro militare morto.
La sua guerra non cesso nel 1945 ma tre anni dopo, quasi arrivato in Italia fu fatto prigioniero da Tito nella ex jugoslavia.  I suoi occhi videro altri orrori, di quelli che nessuno racconta. Sai e più facile girasi dall altra parte.Vennero rilasciati a guerra finita, tre anni dopo. Il racconto che mi faceva più piangere era il suo ritorno in Italia, diceva di aver finalmente preso un treno a Gorizia, di essere salito sporco, trasandato che nemmeno lui sapeva quanto.. Però disse che i passeggeri di quel treno glielo fecero capire.. Chi si sposto chi lo schivò. Lui disse che si sedette infondo al vagone, poco dopo la partenza passo il controllore, lui non aveva il biglietto, come reduce di guerra ve a un foglio..quando porse il foglio al controllore questo rimase a bocca spalancata, la guerra era finita da tre anni.
Con le lacrime mi diceva che tutti quelli che lo avevano schivato, evitato si alzarono e andarono da lui a stringergli la mano,Chi gli offri cioccolata chi sigarette. Lui disse che solo allora si sentì a casa.


Amore mio, in casa nostra la guerra e stata vista vissuta, su tutti i fronti io nonno fu disertore in marina.. Fa quasi ridere se ci penso per lo stato disertore per i partigiani medaglia d'oro..chi lo vedeva come un traditore e chi lo vedeva come un eroe in mezzo a tanti altri eroi.

Potrei raccontarti di nonno G. Tu lui l'hai conosciuto te lo ricordi, non è una persona senza volto..e un persona con cui hai giocato e parlato. Lui è finito prigioniero in u campo di concentramento in Polonia.. Lui raccontava di essersi salvato perché un ingeniere gli insegno a saldare ..si lui si salvo perché era un saldatore.
Anche lui a piedi attraverso tutta l'Europa per tornare a casa.anche i suoi occhi videro l orrore.

Io bimbo mio ti chiedo solo di non dimenticare, di non ricordare solo oggi ma tutti i giorni. di prendere questi pezzi di storia  nostra e farli tuoi, di metterli insieme alla tua coscienza di far si che quello che è successo non accada più. Ne qui ne in nessun luogo della terra.






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